Le correnti unidirezionali hanno degli effetti elettrolitici. Possono provocare delle ustioni chimiche se sono applicate male: vengono utilizzate soprattutto per l'iperidrosi. Le correnti bidirezionali, più efficaci, più confortevoli e più sicure, vengono utilizzate per l'elettrostimolazione antalgica e eccitomotoria. Lo studio dei loro parametri consente di comprendere le loro proprietà biologiche e di definire le modalità ottimali della stimolazione. L'elettrostimolazione eccitomotoria del muscolo innervato utilizza delle correnti di frequenza bassa e bassissima. Le correnti di bassissima frequenza, eccitomotorie in scosse elementari, sono indicate per facilitare il circolo locale, ll recupero muscolare e il rilasciamento. Le correnti di bassa frequenza tetanizzanti sono indicate per il rinforzo muscolare e la rieducazione funzionale assistita. L'elettrodiagnosi di stimolazione e soprattutto lo studio delle cronassie, consente di stabilire se il muscolo è innervato o denervato. L'elettrostimolazione del muscolo denervato utilizza degli impulsi isolati unidirezionali o alternati, di lunga durata, adeguati all'aumento della cronassia, per produrre delle sosse elementari. L'elettrostimolazione antalgica fondata sulla teoria del gate control viene indicata per il trattamento di dolori localizzati. Si utilizzano delle correnti di bassa frequenza (da 50 a 100 Hz) i cui impulsi sono molto brevi (≤100 ms). Gli elettrodi vengono collocati sulla sede del dolore: L'elettrostimolazione antalgica basata sul principio della liberazione di endorfine è indicata nel trattamento di dolori diffusi. Si utlizzano delle correnti di bassissima frequenza (<10 Hz) e di intensità elevata. La durata degli impulsi è compresa tra 200 μs e 2 ms: la superficie degli elettrodi deve essere necessariamente superiore a 100 cm².