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Dissection des artères carotides et vertébrales extracrâniennes - 18/04/14

[17-046-B-10]  - Doi : 10.1016/S0246-0378(14)57602-6 
E. Bodiguel a, b, c, , O. Naggara c, d, J.-L. Mas a, c
a Service de neurologie, Centre hospitalier Sainte-Anne, 1, rue Cabanis, 75014 Paris, France 
b Pôle aval gériatrie réanimation urgences médecine, Hôpital européen Georges-Pompidou, 20, rue Leblanc, 75015 Paris, France 
c Faculté de médecine, Université Paris-Descartes, Sorbonne-Paris-Cité, France 
d Service de neuroradiologie, Centre hospitalier Sainte-Anne, 1, rue Cabanis, 75014 Paris, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

Une dissection artérielle cervicale résulte du clivage de la paroi artérielle par un hématome qui communique ou non avec la lumière artérielle par une brèche intimale. On distingue les dissections sous-intimales, qui retentissent volontiers sur la lumière artérielle, et les dissections sous-adventitielles qui élargissent le diamètre externe de l'artère. La plupart sont spontanées. Leurs conséquences cliniques sont d'une part des symptômes et des signes locaux (par compression des structures de voisinage), d'autre part des manifestations ischémiques cérébrales, oculaires, voire médullaires. Les signes locaux précèdent souvent les manifestations ischémiques, le délai allant de quelques heures à quelques semaines. La méthode diagnostique de référence est l'imagerie par résonance magnétique (IRM). L'évolution se fait le plus souvent vers la normalisation ou la stabilisation de la lumière artérielle dans un délai de trois mois en moyenne. À un an, environ 80 % des dissections sont normalisées ou stabilisées. Au-delà des quelques semaines de la phase aiguë, le risque annuel de récidive de dissection est faible (environ 1 %).

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Mots-clés : Dissection carotide interne, Dissection vertébrale, Épidémiologie, Imagerie par résonance magnétique


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