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Pathologie bénigne du sein - 09/05/14

[840-A-10]  - Doi : 10.1016/S0246-1064(14)56430-4 
B. Lafarge-Bart a, E. Barranger b,
a Service de gynécologie-obstétrique, Hôpital Lariboisière, 2, rue Ambroise-Paré, 75010 Paris, France 
b Chirurgie oncologique générale, gynécologique et mammaire, Centre Antoine-Lacassagne, 33, avenue de Valombrose, 06189 Nice cedex 2, France 

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Riassunto

Le terme « pathologie bénigne du sein » comprend un groupe hétérogène de lésions, symptômes et images radiologiques. La majorité des lésions du sein est bénigne. Le but, dans le diagnostic de ces lésions, est toujours d'éliminer un cancer ou au moins une lésion à risque de « dégénérescence » et ainsi d'en assurer une surveillance adaptée. Nous reverrons ici les lésions bénignes les plus fréquentes selon leur potentiel carcinologique (sans risque, faible risque ou risque important) en nous attardant sur deux entités : la maladie fibrokystique et les lésions d'hyperplasie. Une bonne connaissance de ces lésions permet une adaptation de la surveillance de façon multidisciplinaire (gynécologue, radiologue, anatomopathologiste), et de ne pas faire d'exérèse de façon trop systématique. Certaines lésions peuvent en effet s'inscrire dans une certaine normalité. En revanche, d'autres, à risque, ne sont pas visibles en imagerie et doivent bénéficier de prises en charge adaptées.

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Mots-clés : Pathologie bénigne du sein, Chirurgie du sein, Risque de cancer du sein, Maladie fibrokystique, Adénofibrome


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