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Incidents anesthésiques, matériel indispensable, conduite à tenir, implications médicolégales - 13/06/14

[98-980-A-20]  - Doi : 10.1016/S0246-0319(14)51204-6 
P. Guillot a, b,  : Praticien hospitalier, G. Léger-Napolitano c : Praticien hospitalier
a Service de dermatologie, Hôpital du Haut-Lévêque, CHU de Bordeaux, 1, avenue Magellan, 33600 Pessac, France 
b Centre médicochirurgical Wallerstein, 14 bis, boulevard Javal, 33740 Arès, France 
c Service d'anesthésie-réanimation, Hôpital du Haut-Lévêque, CHU de Bordeaux, 1, avenue Magellan, 33600 Pessac, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

La prise en charge anesthésique du patient en dermatologie chirurgicale et esthétique fait le plus souvent appel à l'anesthésie locale. L'anesthésie de contact, l'infiltration périlésionnelle, l'anesthésie locorégionale pour les branches terminales du nerf trijumeau (face) et pour les doigts et les orteils, sont réalisées par l'opérateur. La pratique des autres blocs nerveux relève de la seule compétence des anesthésistes. Dans certains cas, d'autres techniques peuvent ou doivent être utilisées : anesthésie tumescente par le dermatologue lui-même ; sédation et anesthésie générale par l'anesthésiste. L'anesthésie locale au cabinet n'est pas dénuée de risques, elle peut se compliquer notamment d'accidents toxiques ou allergiques. Ces effets indésirables peuvent être systémiques. Dans ce cas, les atteintes neurologiques et/ou cardiovasculaires sont les plus fréquentes. Il est donc nécessaire de savoir gérer ces complications et d'en avoir informé le patient avant l'intervention.

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Mots-clés : Chirurgie dermatologique, Dermatologie esthétique, Anesthésie locale, Anesthésie locorégionale, Anesthésie tumescente, Sédation consciente, Anesthésie générale, Complications anesthésiques, Matériel d'urgence, Devoir d'information


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