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Rééducation du patient traumatisé cranioencéphalique - 14/06/14

[26-390-A-10]  - Doi : 10.1016/S1283-0887(14)56695-9 
L. Euverte a,  : Cadre de santé, Masseur kinésithérapeute, S. Duclercq b : Orthophoniste, T. Faye-Guillot a : Masseur kinésithérapeute, N. Lebaron c : Ergothérapeute, J. Luauté a, b : Professeur des universités, praticien hospitalier
a Service de neurorééducation, Hôpital P. Wertheimer, CHU de Lyon, 57, boulevard Pinel, 69677 Bron cedex, France 
b Hôpital H. Gabrielle, CHU de Lyon, 20, route de Vourles, 69230 Saint-Genis-Laval, France 
c Service de rééducation, réadaptation neurologique, Centre hospitalier L. Lacaine, 5, rue de l'Hôpital, 14260 Aunay-sur-Odon, France 

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Riassunto

Le traumatisme cranioencéphalique par la complexité de sa physiopathologie va engendrer une grande diversité de tableaux cliniques. Le travail de l'équipe pluriprofessionnelle est de répondre aux problématiques liées à l'interaction des troubles neuropsychologiques, psychoaffectifs, sensoriels, neuromoteurs et orthopédiques. Le projet de rééducation se conçoit dans une dimension biopsychosociale afin de proposer un accompagnement personnalisé de la personne traumatisée crânienne tout au long de son parcours d'éveil et de reconstruction. Cet article présente les principes de rééducation après un traumatisme cranioencéphalique grave. Les rééducateurs (orthophonistes, kinésithérapeutes, ergothérapeutes, psychomotriciens, etc.) proposent des séances individuelles et des activités de groupe permettant un travail spécifique, varié et complémentaire favorisant l'autonomisation de la personne.

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Mots-clés : Traumatisme crânien, Rééducation, Handicap invisible, Troubles cognitifs, Comportement


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