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Hyperthyroïdie - 18/07/14

[10-003-A-10]  - Doi : 10.1016/S1155-1941(14)64251-7 
F. Borson-Chazot , J. Abeillon-du Payrat, C. Bournaud
 Fédération d'endocrinologie et centre de médecine nucléaire, Groupement hospitalier Lyon-Est, 59, boulevard Pinel, 69677 Bron cedex, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

L'hyperthyroïdie est une pathologie fréquente et essentiellement féminine dont la prévalence est estimée entre 0,5 et 2 % de la population adulte. Si le tableau typique de thyrotoxicose permet d'évoquer facilement le diagnostic, l'hyperthyroïdie peut parfois prendre des formes trompeuses et constituer un piège diagnostique, notamment sur des terrains particuliers comme les personnes âgées, les enfants ou les femmes enceintes. Non diagnostiquée, elle expose à des complications cardiologiques, osseuses et générales potentiellement graves. En revanche, son pronostic est favorable lorsque la prise en charge est adaptée. Le diagnostic de certitude est apporté par l'exploration hormonale, associant une TSH (thyroid stimulating hormone) basse à des hormones thyroïdiennes augmentées ou normales. Le diagnostic étiologique est une étape primordiale car l'hyperthyroïdie peut relever de processus physiopathologiques très différents, conditionnant des traitements spécifiques. Il est orienté par le terrain, parfois évident lorsqu'il existe des signes cliniques spécifiques, mais nécessite souvent d'être conforté par les données immunologiques, scintigraphiques et/ou échographiques. En dehors de contextes particuliers, on évoquera en premier lieu une maladie de Basedow chez un sujet jeune et un nodule ou goitre multinodulaire toxique chez un sujet âgé. Actuellement, on assiste à l'émergence de nouvelles causes d'hyperthyroïdies iatrogènes en parallèle du développement de thérapeutiques immunomodulatrices.

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Mots-clés : Thyrotoxicose, Maladie de Basedow, Orbitopathie, Nodules toxiques, Hyperthyroïdie iatrogène, Thyroïdites


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