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Hémolyses extracorpusculaires non immunologiques et hémolyses d'origine toxique en dehors des microangiopathies thrombotiques - 02/09/15

[13-006-D-18]  - Doi : 10.1016/S1155-1984(15)68188-2 
F. Bauduer a, b  : Professeur des Universités, praticien hospitalier
a Service d'hématologie, Centre hospitalier de la Côte basque, 13, avenue de l'Interne-Jacques-Loëb, 64100 Bayonne, France 
b Laboratoire « Maladies rares, génétique et métabolisme », Université de Bordeaux, 146, rue Léo-Saignat, 33076 Bordeaux cedex, France 

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Riassunto

Dans diverses situations, les hématies dépourvues d'anomalies intrinsèques peuvent subir des agressions externes conduisant à leur destruction précoce. Si l'on met de côté les cas liés à des anticorps (détectables par le test de Coombs), on peut retrouver des causes en rapport avec des micro-organismes, des éléments chimiques (anomalies métaboliques, toxiques exogènes, venins ou médicaments), des agents physiques, ou enfin des perturbations des conditions de circulation à l'intérieur des vaisseaux sanguins (hémolyse de type mécanique). Dans cette dernière catégorie, on se doit de distinguer les macroangiopathies, observables notamment en cas de rétrécissement aortique, valve artificielle ou circulation extracorporelle, des atteintes de la microcirculation (microangiopathies thrombotiques) qui sont abordées dans un article spécifique de ce traité. Ces hémolyses peuvent être d'évolution aiguë ou chronique et ne débouchent pas obligatoirement sur une anémie. Les antécédents, le contexte clinique, l'observation des hématies sur frottis et quelques examens biologiques orientés constituent les éléments clés conduisant au diagnostic étiologique.

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Mots-clés : Hémolyse, Anémie hémolytique, Hémolyses mécaniques, Hémolyses toxiques


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