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Otite cronica colesteatomatosa - 09/11/20

[20-095-A-20]  - Doi : 10.1016/S1639-870X(20)44282-5 
G. Michel  : Praticien hospitalier, P. Bordure : Professeur des Universités-Praticien hospitalier
 Service ORL, CHU de Nantes, 1, place Alexis-Ricordeau, 44093 Nantes, France 

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Riassunto

L'otite cronica colesteatomatosa è definita dalla presenza di epidermide all'interno dell'orecchio medio con un potenziale di desquamazione, migrazione ed erosione. Congenito o acquisito, il colesteatoma è associato a un alto rischio di complicanze in assenza di trattamento: sordità, vertigini, paralisi facciale periferica o, anche, meningite e ascessi cerebrali. La diagnosi è principalmente clinica e si basa sull'evidenza, all'esame otoscopico, di squame epidermiche nell'orecchio medio. Il trattamento è l'exeresi chirurgica. Essa consiste nel resecare il colesteatoma e quindi, il più delle volte, nel realizzare una ricostruzione dell'orecchio. Ma l'aggressività rimane alta, in particolare nei bambini, con alti tassi di recidiva, fino al 40%. Esistono due tipi di intervento, a seconda della conservazione (o ricostruzione) o meno del condotto osseo: tecniche chiuse (canal wall up procedure), tecniche aperte o cavità di svuotamento (canal wall down procedure). La scelta della tecnica e della via d'accesso utilizzate dipende dalla posizione e dall'estensione del colesteatoma. L'uso dell'endoscopia può consentire un maggiore controllo, secondo alcuni autori, o l'uso di vie meno invasive. Può essere realizzato un riempimento della mastoide o dell'attico, il più delle volte utilizzando biomateriali. La tomografia computerizzata è indispensabile per il bilancio di estensione preoperatorio. La risonanza magnetica può contribuire alla diagnosi differenziale, se necessario, e, quindi, rilevare colesteatomi residui o recidivanti durante il follow-up. Il monitoraggio clinico e radiologico a lungo termine è indispensabile.

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Parole chiave : Otite cronica, Colesteatoma, Timpanotomia posteriore, Svuotamento, Riempimento


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