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Communications interauriculaires - 01/01/02

[11-940-C-20]
Lucile Houyel : Cardiopédiatre
Service de chirurgie des cardiopathies congénitales, hôpital Marie Lannelongue, 133, avenue de la Résistance, 92350 Le Plessis-Robinson  France

Article en cours de réactualisation

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Riassunto

Les communications interauriculaires (CIA) sont, après la bicuspidie aortique, les malformations cardiaques les plus fréquentes : 10 % des cardiopathies diagnostiquées à la naissance, et 30 à 40 % de celles dépistées chez l'adulte [29]. Leur détection est de plus en plus précoce grâce aux progrès de l'échocardiographie. Réputées simples, les CIA recèlent néanmoins de nombreux pièges diagnostiques et évolutifs, expliquant l'absence de consensus dans leur prise en charge. Leur traitement est actuellement en pleine évolution avec, faisant suite au développement de nouvelles voies d'abord chirurgicales plus esthétiques, l'essor récent des techniques de fermeture percutanée par cathétérisme interventionnel, avec la prothèse d'Amplatz [2]. Cette véritable révolution thérapeutique a suscité un regain d'intérêt quant à l'anatomie, la physiologie et l'histoire naturelle des CIA, rendant nécessaire une clarification de l'ensemble de ces sujets.

Dans cet article, sont traitées toutes les CIA à l'exception des CIA de type ostium primum qui appartiennent aux canaux atrioventriculaires, de l'oreillette unique et des fistules ventricule gauche-oreillette droite.



Parole chiave : communication interauriculaire, échocardiographie, Eisenmeiger, chirurgie cardiaque, fermeture percutanée

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