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Toxicité des métaux précieux : Or, argent, platine, palladium - 01/01/96

[16-003-M-60]
Michel Niezborala : Assistant hospitalo-universitaire
Service de médecine du travail et des risques professionnels, CHU de Besançon, 2, place Saint-Jacques, 25030  Besançon cedex France
Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Pathologie professionnelle et de l'environnement

Riassunto

Le groupe des métaux précieux est constitué de l'or, de l'argent et des métaux du groupe du platine (platine, palladium, iridium, osmium, rhodium, ruthénium). Ils ont en commun leur rareté qui justifie le faible tonnage annuel mis en oeuvre, mais aussi certaines propriétés physicochimiques remarquables. La plus importante d'entre elles est leur excellente résistance à la corrosion par l'air, l'eau et la plupart des acides et bases. Cette résistance est utilisée dans de nombreuses applications industrielles et en bijouterie. Leur faible réactivité chimique explique aussi le contraste important entre la toxicité quasi nulle de la forme métallique de ces éléments et la toxicité parfois importante de leurs sels. Enfin, l'or, l'argent et le platine sont utilisés en thérapeutique et cette utilisation est une cause importante, voire prépondérante d'intoxication. L'importance toxicologique des autres métaux précieux (rhodium, indium, ruthénium, osmium) étant négligeable, ils ne seront pas traités dans cet article.

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  • Pascal Andujar, Mélodie Leblois, Laetitia Mazzocchi

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