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Insecticides organophosphorés - 01/01/97

[16-059-A-15]
Pierre-Gérard Pontal : Chef du service Sécurité des produits et évaluation des risques
Rhône-Poulenc secteur agro, BP 153, 355, rue Dostoïevski, 06903  Sophia-Antipolis cedex France
Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Pathologie professionnelle et de l'environnement e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

Les insecticides de la famille des organophosphorés sont apparus en agriculture dès la fin de la Deuxième Guerre mondiale. Leur mode d'action repose sur une inhibition des cholinestérases des insectes ou nématodes cibles. Ceci constitue également leur mode d'action toxique principal chez les mammifères. Cette inhibition est réversible en quelques heures ou jours selon la molécule en cause. Les symptômes d'intoxication sont caractérisés par le triple syndrome muscarinique, nicotinique et central, liés à l'accumulation d'acétylcoline au niveau des synapses du système nerveux autonome, du système nerveux central et de la plaque motrice. Un petit nombre d'organophosphorés peuvent, en inhibant de façon irréversible l'estérase neurotoxique, provoquer des neuropathies retardées. L'inhibition des cholinestérases plasmatiques et érythrocytaires permet le diagnostic et le suivi des intoxications ainsi que le suivi des expositions professionnelles. Le traitement spécifique de l'intoxication repose sur l'atropine, à dose souvent très élevée, associée ou non à des oximes capables, dans les intoxications récentes, de déplacer la molécule de l'enzyme. Le strict respect des conditions d'utilisation définies lors de l'homologation du produit permet de prévenir la survenue d'intoxications professionnelles.

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  • Pascal Andujar, Mélodie Leblois, Laetitia Mazzocchi

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