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Varicelle - 02/04/20

[8-051-A-10]  - Doi : 10.1016/S1166-8598(20)64857-8 
D. Floret  : Professeur émérite
 Université Claude-Bernard Lyon 1, 43, boulevard du 11-Novembre-1918, 69100 Villeurbanne, France 

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Résumé

La varicelle est une maladie éruptive liée au virus varicelle-zona (VZV). Elle affecte essentiellement les enfants avec un caractère de bénignité, bien que des complications puissent survenir. Il n'en est pas de même chez les adultes qui présentent un risque beaucoup plus élevé de complications (essentiellement pulmonaires et neurologiques) et de décès. Les personnes immunodéprimées sont particulièrement à risque. La survenue en cours de grossesse expose en outre au risque d'embryopathie ou de varicelle grave chez le nouveau-né. La persistance du virus dans l'organisme et sa réactivation possible sous forme de zona représentent un autre problème. Il existe des médicaments actifs sur le VZV. L'aciclovir seul dispose d'une autorisation de mise sur le marché pour la varicelle mais doit être réservé aux formes graves ou compliquées, notamment chez l'immunodéprimé. Les personnes à risque doivent pouvoir bénéficier d'une prophylaxie postexposition : soit vaccination dans les trois jours après le contage, soit immunoglobulines spécifiques en cas de contre-indication à la vaccination (immunodéprimés, femmes enceintes, enfants<9 mois). Ces modalités semblent largement méconnues des professionnels de santé. La vaccination universelle des nourrissons a fait la preuve de son efficacité mais les incertitudes persistantes sont un frein à son adoption dans de nombreux pays, dont la France.

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Mots-clés : Varicelle, Virus varicelle-zona, Grossesse, Médicaments antiviraux, Immunoglobulines, Vaccination


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