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Anesthésiques locaux - 01/01/93

[22-012-H-10]
Myriam Cathelin : Praticien hospitalier
Département d'anesthésie-réanimation du Pr Viars, 47 bd de l'Hôpital, 75651  Paris cedex 13 France
Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Chirurgie orale et maxillo-faciale e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

Les anesthésiques locaux (AL) sont des drogues qui interrompent la propagation de l'influx nerveux, de manière durable et réversible quand elles sont placées au contact de cette fibre nerveuse.

La cocaïne fut le premier anesthésique local découvert en 1860. Niemann isole à partir des feuilles de coca un alcaloïde, la cocaïne, qui fut introduite comme AL en 1884 par Freud et Koller.

Durant la première moitié du XXe siècle plusieurs dérivés de la cocaïne furent synthétisés. En 1905, la procaïne est synthétisée par Einhorn, mais ce n'est qu'en 1943 que Löfgren synthétise la lidocaïne, anesthésique local efficace sans être trop toxique [14]. C'est un amide dérivé de l'acide diéthylaminoacide. Depuis cette époque, tous les nouveaux AL synthétisés et utilisés en clinique ont été des produits à « fonction amide » à l'exception de la chloroprocaïne. Comprendre la physiologie de la conduction nerveuse sera obligatoire pour analyser tous les mécanismes d'action des anesthésiques locaux. Ces mécanismes sont nombreux, dépendent des structures nerveuses sur lesquelles elles agissent et des propriétés physicochimiques et pharmacocinétiques des anesthésiques locaux eux-mêmes.

Les effets pharmacologiques et toxiques seront ensuite analysés.

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  • Natacha Kadlub, Béatrice Castro, Sandrine Salort

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