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Hépatites et grossesse - 04/09/09

[5-039-B-12]  - Doi : 10.1016/S0246-0335(09)52499-4 
G. Ducarme a,  : Praticien hospitalier, J. Bernuau b : Praticien hospitalier, C. Thuillier a : Interne, P.-F. Ceccaldi a : Praticien hospitalier, D. Luton a : Professeur des Universités, praticien hospitalier
a Service de gynécologie obstétrique, Hôpital Beaujon, Assistance publique-Hôpitaux de Paris, Université Paris VII, 100, boulevard du Général-Leclerc, 92110 Clichy, France 
b Fédération d'hépato-gastroentérologie, Hôpital Beaujon, Assistance publique-Hôpitaux de Paris, Université Paris VII, 100, boulevard du Général-Leclerc, 92110 Clichy, France 

Auteur correspondant.

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Résumé

Deux tiers des hépatopathies sont spécifiques de la grossesse et d'origine multifactorielle (génétique, médicaments, etc.). Les hépatites virales, non spécifiques de la grossesse, n'ont pas une fréquence ni une gravité accrues au cours de la grossesse, sauf l'hépatite herpétique, fébrile, anictérique et dont le traitement antiviral (aciclovir) est une urgence. Le virus de l'hépatite B (VHB) est présent dans le monde entier. La transmission verticale a le plus souvent lieu lors de l'accouchement. Quand la mère est porteuse chronique du virus, la vaccination contre le virus de l'hépatite B doit être réalisée chez le nouveau-né en association à une immunisation passive. La prévalence chez la femme enceinte de l'hépatite aiguë C, transmise par voie parentérale ou sexuelle, est très faible. Le risque d'évolution fulminante est nul, celui d'évolution chronique est de 75 %. Le virus est transmis par voie verticale. La transmission a lieu le plus souvent lors de l'accouchement et après l'accouchement. Le risque de transmission maternofoetale est augmenté en cas de co-infection par le virus de l'hépatite C (VHC) et par le virus de l'immunidéficience humaine (VIH). Actuellement, l'infection par le VHB ou par le VHC ne modifie ni le déroulement de la grossesse ni les modalités de l'accouchement.

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Mots clés : Foie, Hépatites, Virus, Grossesse


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