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Troponines - 06/05/10

[90-10-0935]  - Doi : 10.1016/S0000-0000(10)52246-0 
C. Morin a,  : Praticien hospitalier, G. Lefèvre b : Praticien hospitalier
a Laboratoire central, Centre hospitalier, 11, quai du Commerce, BP 339, 62107 Calais cedex, France 
b Service de biochimie et hormonologie, Hôpital Tenon, 4, rue de la Chine, 75970 Paris cedex 20, France 

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Résumé

Les isoformes cardiaques I et T de la troponine sont les marqueurs biologiques de référence dans le diagnostic du syndrome coronarien aigu. Leur augmentation dans la circulation sanguine signe une souffrance myocardique, retrouvée dans de nombreuses circonstances pathologiques qu'il est important de bien identifier sur le plan diagnostique. De plus, la troponine a également un intérêt pronostique dans la plupart de ces situations, comme dans l'insuffisance cardiaque, pour laquelle sa puissance pour la stratification du risque peut être potentialisée par l'association avec un autre marqueur comme un peptide natriurétique (brain natriuretic peptide [BNP] et fragment N-terminal du proBNP ou NT-proBNP). La possibilité de résultats faussement positifs ou faussement négatifs doit être connue et maîtrisée, même si cette éventualité est devenue de plus en plus rare. L'amélioration constante des qualités analytiques des trousses de dosage et l'absence actuelle de standardisation rendent l'interprétation de ce paramètre parfois délicate, en particulier dans les valeurs basses. Les recommandations internationales actuelles proposent l'utilisation d'un seuil unique diagnostique et pronostique, le 99e percentile d'une population de référence indemne de pathologies cardiaques.

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Mots clés : Troponine, TnI, TnT, Marqueurs cardiaques, Infarctus du myocarde, Syndrome coronarien aigu, SCA


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