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Ipertensione arteriosa e anestesia - 01/01/04

[36-652-B-20]
T. Barbry
P. Coriat 
Groupe hospitalier universitaire Pitié-Salpêtrière, département d'anesthésie-réanimation, 47-83, boulevard de l'hôpital, 75651 Paris cedex 13 France

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Anestesia-Rianimazione

Riassunto

L'ipertensione arteriosa è la patologia intercorrente più frequente di cui soffrono i malati in ambiente chirurgico. Lo scopo della gestione di questi pazienti è quello di conservare la loro prognosi funzionale per non alterare la loro aspettativa di vita. Le alterazioni pressorie peri- e postoperatorie che minacciano gli operati ipertesi hanno effetti deleteri ben conosciuti che spiegano il rischio di lesione del potenziale cellulare miocardico, cerebrale e renale. Si deve porre particolare attenzione alle tre fasi pre-, peri- e postoperatoria che condizionano il controllo del rischio operatorio. Dal momento che l'ipertensione arteriosa non costituisce un fattore predittivo indipendente del rischio operatorio, la valutazione preoperatoria deve ricercare le due patologie associate che possono essere causa di complicanze postoperatorie: l'insufficienza coronarica e la presenza di una patologia aterosclerotica delle arterie cerebrali. La terapia antipertensiva deve essere adattata prima dell'intervento. Mentre si devono somministrare con la premedicazione farmaci che interferiscono con il sistema simpatico, non si deve continuare a somministrare i farmaci che inibiscono il funzionamento del sistema renina-angiotensina fino al mattino dell'intervento. È anche importante, per limitare il rischio operatorio nell'iperteso, controllare la causa principale delle complicanze circolatorie perioperatorie: le sollecitazioni emodinamiche e metaboliche che caratterizzano il periodo postoperatorio. La prevenzione dell'ipotermia, le molteplici tecniche di analgesia, intensive se necessario e il ricorso a farmaci che limitano l'iperattività simpatica postoperatoria come i beta bloccanti e gli alfa-2-agonisti permettono attualmente un controllo soddisfacente dell'equilibrio pressorio postoperatorio. Se, nonostante queste misure, si verificano innalzamenti della pressione nel periodo postoperatorio, questi devono essere trattati prontamente con vasodilatatori o beta bloccanti.



Parole chiave : Ipertensione arteriosa, Equilibrio circolatorio, Rischio operatorio, Sistema renina- angiotensina, Sistema simpatico, Inibitore dell'enzima di conversione, Beta bloccanti, Infarto del miocardio

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