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Ipercalcemie gravi - 01/01/05

[36-860-A-30]  - Doi : 10.1016/S1283-0771(05)43830-X 
C. Guidon  : Maître de conférences des Universités, praticien hospitalier
Département d'anesthésie-réanimation, professeur F. Gouin, Centre hospitalier universitaire La Timone, 264, rue Saint-Pierre, 13385 Marseille cedex 05, France 

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Anestesia-Rianimazione e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

L'ipercalcemia grave è una situazione poco frequente ma che mette potenzialmente in discussione la prognosi quoad vitam. Essa è definita da una calcemia totale superiore a 3,5 mmol l-1 oppure a 3 mmol l-1 ma accompagnata da segni clinici. I ruoli del calcio sono vari e spiegano la ripercussione dell'ipercalcemia sul funzionamento di diversi organi. Oltre a un ruolo strutturale, il calcio svolge un ruolo nella genesi e nella trasmissione dei segnali elettrici delle cellule eccitabili, nonché nei trasferimenti intracellulari ed extracellulari di informazioni. Il mantenimento della calcemia entro valori fisiologici è assicurato da tre ormoni, paratormone (PTH), vitamina D e calcitonina. L'ipercalcemia acuta provoca delle conseguenze cardiache, neurologiche e renali potenzialmente letali. Le cause più frequenti sono l'iperparatiroidismo primitivo o secondario e le neoplasie. La diagnosi eziologica si basa in genere sul quadro clinico, quindi sul dosaggio del PTH e del suo analogo strutturale patologico, il PTHrP, prodotto dalle cellule tumorali. Il trattamento dell'ipercalcemia acuta viene intrapreso nell'ambito della rianimazione e comporta misure generali che sono la reidratazione e la stimolazione della diuresi con diuretici, nonché terapie specifiche, che inibiscono il riassorbimento osseo, i bifosfonati inizialmente associati o meno alla calcitonina.

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Parole chiave : Ipercalcemia, Ipercalcemia neoplastica, Crisi paratireotossica, Iperparatiroidismo, Bifosfonati, Calcitonina


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