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Neurinomi dell'acustico - 01/01/02

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Robert Charachon : Professeur, chef de service d'oto-rhino-laryngologie.
Jean-Pierre Lavieille : Praticien hospitalier, service d'oto-rhino-laryngologie.
Jean-Paul Chirossel : Professeur, service de neurochirurgie.
Centre hospitalier universitaire de Grenoble, BP 217, 38043  Grenoble , cedex 09 France

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Otorinolaringoiatria e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

In 30 anni, la diagnosi e il trattamento dei neurinomi dell'acustico hanno fatto dei progressi straordinari. I potenziali evocati uditivi (PEU), la TC e soprattutto l'imaging della risonanza magnetica (RMN) hanno permesso la diagnosi precoce anche di piccoli tumori. La microchirurgia, le nuove vie di accesso, i progressi dell'anestesia e il monitoraggio del nervo facciale hanno ridotto il tasso di mortalità da circa il 30% a meno dell'1% e hanno permesso di conservare una motilità facciale normale in quasi l'80% dei casi, tutte le dimensioni considerate, in modo tale che la conservazione anatomica del nervo facciale era rara da circa 40 anni. La conservazione di un udito ad una soglia soddisfacente è diventata possibile anche per tumori fino a 2 cm nell'angolo, a condizione che il fondo del condotto uditivo interno non sia interessato. Il monitoraggio o la radiochirurgia possono essere considerate come delle alternative solamente in casi selezionati.

Tutti questi progressi sono nati dall'applicazione della microchirurgia e della via translabirintica all'exeresi dei neurinomi dell'acustico già nel 1962 da parte di William House. Ottenendo subito i risultati che abbiamo citato, egli ha fornito agli otorinolaringoiatri e quindi ai neurochirurghi dei validi motivi per l'utilizzo di tecnologie moderne che hanno portato allo sviluppo attuale.



Parole chiave : tumori dell'angolo ponto-cerebellare, neurofibromatosi NF1

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