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Virus de la rage - 16/05/07

[90-55-0165]
Hélène Peigue-Lafeuille
Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service de virologie, CHU de Clermont-Ferrand, 28, rue Henri Durant, 63001 Clermont-Ferrand  France
Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Biologie médicale e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

Le virus de la rage appartient au genre Lyssavirus et à la famille des Rhabdoviridae. L'infection par ce virus neurotrope provoque une encéphalite mortelle chez les mammifères. La transmission de cette zoonose à l'homme est accidentelle mais la maladie déclarée a toujours une issue fatale. Le traitement après exposition, par la sérovaccination, doit être entrepris sans délai ni contre-indication, au sein de centres de traitement antirabique agréés. Le diagnostic est aussi du ressort de centres de référence et repose sur la mise en évidence des inclusions cytoplasmiques dans le tissu cérébral ou en culture, que ce soit chez l'homme (cas rares) ou chez l'animal. En France, les problèmes actuels posés par la rage sont liés à l'apparition de la maladie chez les chiroptères (alors qu'elle était éradiquée chez le renard), à l'importation illégale d'animaux de compagnie ou sauvages en incubation, et enfin au risque d'infection chez les voyageurs dans les pays d'endémie rabique, cette maladie figurant parmi les dix premières causes de mortalité mondiale.

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