Anestesia del paziente portatore di un pacemaker e/o di un defibrillatore impiantabile - 13/11/07
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Riassunto |
Gli impianti di stimolatori cardiaci e di defibrillatori automatici sono in costante aumento. Le loro indicazioni si sono estese ai pazienti con insufficienza cardiaca cronica evolutiva e alla prevenzione primaria della morte improvvisa. La miniaturizzazione e l'alto livello di sofisticazione li rendono potenzialmente sensibili alle interferenze elettromagnetiche di origine medicale. L'anestesista-rianimatore deve conoscere le principali modalità di programmazione, le loro indicazioni e le conseguenze di varie anomalie elettromagnetiche sul loro funzionamento. Durante la valutazione preoperatoria bisogna prendere conoscenza dei dati inscritti sulla carta europea fornita al paziente, valutare la cardiopatia sottostante e disattivare, se necessario, le funzioni di asservimento della frequenza e della cardioversione/defibrillazione. Il bisturi elettrico rimane la principale fonte di interferenze elettromagnetiche. Si raccomanda l'uso preferenziale della modalità bipolare o del bisturi a ultrasuoni. Durante una defibrillazione esterna gli elettrodi devono essere posizionati perpendicolarmente al piano cassetta-sonda(e) e lontani il più possibile dal dispositivo. I dispositivi impiantati sono anche sensibili alle radiazioni ionizzanti (radioterapia), alle onde di pressione (litotripsia) e ai campi magnetici statici e dinamici della risonanza magnetica nucleare. Dopo ogni procedura a rischio il dispositivo impiantato deve essere controllato con telemetria per verificare i parametri di programmazione e ristabilire le funzioni disattivate.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Anestesia, Pacemaker, Defibrillatore impiantabile, Interferenza elettromagnetica, Bisturi elettrico
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