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Évaluation et orientation thérapeutique devant un traumatisme du rachis cervical - 06/02/12

[2-0608]  - Doi : 10.1016/S1634-6939(12)51165-8 
M.-A. Rousseau  : Praticien hospitalier universitaire, H. Pascal-Moussellard : Professeur des Universités, Praticien hospitalier, J.-Y. Lazennec : Professeur des Universités, Praticien hospitalier, Y. Catonné : Professeur des Universités, Praticien hospitalier
Service de chirurgie orthopédique et traumatologique du Professeur Yves Catonné, Hôpital de la Pitié-Salpêtrière APHP, 47, boulevard de l'hôpital, 75651 Paris cedex 13, Université Pierre et Marie Curie (Paris VI), Paris, France 

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Riassunto

Les traumatismes du rachis cervical sont fréquents et surviennent isolément ou par association avec d'autres lésions. Les circonstances sont variées. On distingue le rachis cervical supérieur C1-C2 et le rachis cervical inférieur C3-C7. La suspicion de traumatisme cervical impose une précaution particulière d'emblée avec immobilisation en rectitude par collier cervical pendant la période du bilan. Le blessé médullaire relève d'un circuit d'urgence spécialisé chirurgical sans délai, avec prise en charge en milieu réanimatoire du fait des risques de décompensation générale d'origine neurogène. En l'absence d'atteinte neurologique d'emblée, le bilan d'imagerie s'intéresse, dans un premier temps, au diagnostic de lésion osseuse fracturaire (radiographies standard, scanner). En l'absence de lésion osseuse, des lésions ligamentaires sont recherchées secondairement systématiquement (clichés dynamiques). Il est nécessaire de distinguer les lésions mécaniquement stables, qui peuvent être traitées orthopédiquement, des lésions instables qui justifient une intervention de fixation chirurgicale.

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Mots clés : Fracture, Entorse, Luxation, Rachis, Cervical, Médullaire


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