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Accidente ischemico transitorio - 19/03/12

[5-0871]  - Doi : 10.1016/S1634-7358(12)60943-7 
S. Deltour  : Praticien hospitalier
Service des urgences cérébrovasculaires (professeur Y. Samson), Hôpital Pitié-Salpêtrière, 47-83, boulevard de l'Hôpital, 75651 Paris cedex 13, France 

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Riassunto

L'accidente ischemico transitorio (TIA) è un'autentica sindrome di pericolo. Fugace e non doloroso, a differenza dell'infarto del miocardio, esso resta spesso banalizzato. Malgrado ciò, esso è il migliore segno «precorritore» di un infarto cerebrale (IC), il cui rischio di costituzione è particolarmente elevato nei giorni che seguono: il 10% dei pazienti avrà un IC nel mese che segue, la metà dei quali nella prima settimana. La definizione del TIA è stata modificata in questi ultimi anni, volendola rendere più operativa in situazioni di urgenza, dove la terapia trombolitica endovenosa rappresenta il trattamento di riferimento nelle prime 4 ore e 30 di un deficit persistente. Così, se la definizione classica si limitava a un criterio temporale (deficit improvviso regressivo entro 24h), la nuova definizione fornisce un criterio lesionale. Il TIA diviene «un deficit il più delle volte regressivo in 1 ora, senza lesioni costituite alla diagnostica per immagini». Comunque sia, e al di là delle definizioni proposte, il messaggio fondamentale è quello di mettere in atto ogni mezzo per ridurre il rischio di IC. Il punteggio ABCD2 (età, pressione arteriosa, diabete, tipi di segni clinici e loro durata) è stato validato per predire questo rischio. Compilato con i dati della risonanza magnetica (RM), questo punteggio dovrebbe permettere una migliore identificazione dei soggetti a rischio. Fin dal momento in cui la diagnosi è sospettata, la diagnostica per immagini cerebrale (RM di prima intenzione) e il bilancio eziologico devono essere realizzati il più rapidamente possibile per instaurare un trattamento adatto. La gestione in ambiente neurovascolare permette di ridurre i ritardi nelle indagini e, quindi, di iniziare precocemente il trattamento di prevenzione secondaria specifico per l'eziologia individuata. In futuro, l'accoglienza di questi pazienti nelle unità neurovascolari dovrebbe essere facilitata con l'affiancamento delle strutture di educazione-paziente.

Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.

Parole chiave : Deficit neurologico transitorio, Urgenza neurologica, Sindrome di pericolo


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