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Lombalgies - 23/04/12

[1-0780]  - Doi : 10.1016/S1634-6939(12)49374-7 
M. Benhamou , M. Brondel, K. Sanchez, S. Poiraudeau
Service de rééducation et réadaptation des pathologies de l'appareil locomoteur et du rachis, Hôpital Cochin, 27, rue du Faubourg-Saint-Jacques, 75014 Paris, France 

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Riassunto

Motif fréquent de consultation en médecine générale, la lombalgie est, dans la majorité des cas, d'origine rachidienne commune et de bon pronostic, se résolvant en moins de 2 mois. Ce symptôme fréquent est présent cependant dans un grand nombre de pathologies, et l'examen doit être rigoureux afin de ne pas méconnaître des lombalgies secondaires, révélatrices d'une pathologie infectieuse, inflammatoire, fracturaire ou tumorale pour lesquelles un diagnostic et un traitement spécifique sont rapidement nécessaires. Les lombalgies révélatrices de pathologies viscérales sous-jacentes sont également dépistables grâce à un examen clinique rigoureux qui permet d'éviter une perte de chance au patient. Dans la lombalgie commune, l'examen clinique et la connaissance des étiologies en fonction de l'âge permettent d'évoquer rapidement un diagnostic et d'adapter la prise en charge thérapeutique. Les examens complémentaires, loin d'être systématiques, doivent être demandés à bon escient seulement. En conclusion, le rôle du médecin généraliste est de poser un diagnostic sûr, de rechercher les signes de gravité et en leur absence, de traiter, rassurer et accompagner le patient jusqu'à la guérison. Dans les cas de chronicisation des symptômes, le médecin généraliste a toute sa place au cœur de la prise en charge multidisciplinaire du patient afin d'éviter l'errance diagnostique, thérapeutique et la désinsertion socioprofessionnelle.

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Mots-clés : Lombalgie commune, Lombalgie secondaire, Drapeaux rouges, Drapeaux jaunes


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