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Glucopéptidos - 18/05/12

[5-0060]  - Doi : 10.1016/S1636-5410(12)61925-4 
S. Henard  : Assistante chef de clinique, C. Rabaud : Professeur des Universités, praticien hospitalier
Service des maladies infectieuses et tropicales, CHU de Nancy-Hôpitaux de Brabois, Bâtiment Philippe Canton, Allée du Morvan, 54500 Vandoeuvre-les-Nancy, France 

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Riassunto

Los dos glucopéptidos disponibles en medicina clínica (la vancomicina y la teicoplanina) actúan sobre las bacterias grampositivas, como los estafilococos resistentes a la meticilina o los enterococos resistentes a las aminopenicilinas. También se pueden emplear para tratar las infecciones graves con cocos grampositivos en pacientes alérgicos a las betalactaminas. La aparición y la diseminación de cepas resistentes a los glucopéptidos nos recuerdan que es absolutamente necesario utilizarlos con buen criterio. La vancomicina es el glucopéptido de elección para un tratamiento en el hospital; sin embargo, la teicoplanina, gracias a la posibilidad de utilizarla por vía intramuscular, presenta ventajas importantes, incluso en el plano farmacoeconómico, especialmente para continuar el tratamiento de forma ambulatoria. Los glucopéptidos todavía hoy se consideran el tratamiento de entrada de las infecciones graves por cocos grampositivos multirresistentes; no obstante, existen nuevas clases de antibióticos que presentan cualidades indiscutibles: facilidad de administración para las oxazolidinonas (linezolid), que se pueden administrar por vía oral; menos toxicidad nefrológica y mayor velocidad bactericida (pero ausencia de difusión en tejido pulmonar para los lipopéptidos: daptomicina), y semivida muy larga de algunos lipoglucopéptidos. Sin embargo, por el momento sus indicaciones son limitadas.

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Palabras clave : Glucopéptidos, Vancomicina, Teicoplanina, S. aureus, Estafilococos coagulasa-negativos, Enterococos


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