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Hypercalciurie - 22/10/12

[14-027-P-10]  - Doi : 10.1016/S0246-0521(12)58982-5 
H. Boulanger a, b, M. Flamant a, c,
a Service de physiologie, explorations fonctionnelles, Hôpital Bichat, AP-HP, 46, rue Henri-Huchard, 75877 Paris, France 
b Service de néphrologie-hémodialyse, Clinique de l'Estrée, Stains, France 
c Université Denis-Diderot, Paris, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

L'hypercalciurie est une anomalie métabolique fréquente définie par une excrétion urinaire de calcium supérieure à 4 mg/kg par 24 heures. Elle est parfois secondaire (hyperparathyroïdie, surdosage en vitamine D, sarcoïdose, cancer, immobilisation, carence estrogénique), mais le plus souvent idiopathique. Elle expose au risque de maladie lithiasique rénale (formation de calculs urinaires, néphrocalcinose, insuffisance rénale) et d'ostéoporose. En l'absence de cause clairement identifiée ou de facteur alimentaire évident, il peut être utile d'effectuer un test de charge calcique après régime pauvre en calcium, afin d'en déterminer l'origine primitivement digestive, rénale ou osseuse. Le traitement de l'hypercalciurie secondaire repose sur la correction de sa cause si celle-ci est curable. En cas d'hypercalciurie idiopathique, la prise en charge thérapeutique repose sur l'obtention d'une diurèse abondante, l'éviction des apports excessifs en calcium, la restriction des apports protidosodés et l'utilisation des diurétiques thiazidiques. Le régime pauvre en calcium doit en revanche être évité en raison du risque de déminéralisation.

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Mots-clés : Calciurie, Parathormone, Lithiase, Ostéoporose, Hypercalciurie idiopathique


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