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Oedème cornéen - 01/01/99

[21-200-C-25]
Vincent Borderie : Praticien hospitalier
Service d'ophtalmologie (Pr Laroche) 
Marie Baudrimont : Maître de conférence des Universités, praticien hospitalier, service d'anatomie pathologique B
Hôpital Saint-Antoine, 184, rue du Faubourg-Saint-Antoine, 75571 Paris cedex 12 France
Olivier Touzeau : Assistant
Service d'ophtalmologie (Pr Laroche) 
Laurent Laroche : Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service
Centre hospitalier national d'ophtalmologie des Quinze-Vingts Paris  France

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Riassunto

L'oedème cornéen est une situation clinique fréquente qui pose des problèmes diagnostiques et thérapeutiques parfois proches de ceux de l'oedème maculaire. La physiopathologie de l'oedème cornéen fait intervenir principalement l'endothélium cornéen (rupture de la barrière endothéliale, atteinte de la fonction de pompe endothéliale), mais aussi le stroma et l'épithélium. Le diagnostic étiologique est fondé sur des arguments anamnestiques, biomicroscopiques et sur la microscopie spéculaire. La plupart des oedèmes cornéens sont d'origine endothéliale, les causes les plus fréquentes étant la kératopathie bulleuse de l'aphake et du pseudophake et la dystrophie de Fuchs. L'examen attentif à la lampe à fente de l'endothélium et de la membrane de Descemet au fort grossissement en fente large (en condition de réflexion spéculaire sur l'endothélio-Descemet) et en rétro-illumination permet souvent un diagnostic précis des pathologies endothéliodescemétiques. Celles-ci se caractérisent par des lésions histologiques et ultrastructurales bien définies. Le traitement de l'oedème cornéen évolué est la kératoplastie transfixiante dont le pronostic varie en fonction de la cause de l'oedème.

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