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Vomissements incoercibles de la grossesse - 01/01/96

[5-033-A-10]
Patrice Poulain : Praticien hospitalier
Arielle Giono : Assistant-chef de clinique
Jean-François Proudhon : Assistant-chef de clinique
Jean-Robert Giraud : Professeur des Universités
Service de gynécologie-obstétrique, Hôtel-Dieu, CHU Rennes France
Jean-Marie Vo Van : Praticien hospitalier
Jean-Yves Le Bervet : Praticien hospitalier
Département d'anesthésie-réanimation, CHU Rennes France
Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Obstétrique e sostituito da un altro articolo più recente: cliccare qui per aprirlo

Riassunto

Les nausées et vomissements modérés concernent plus de 50 % des femmes en début de grossesse. Il s'agit d'un simple état nauséeux, plus franc le matin. L'état général est conservé et les signes disparaissent vers 16 semaines d'aménorrhée (SA). Sous cette forme, il s'agit de vomissements gravidiques simples, de caractère fonctionnel et sans support organique.

Les vomissements incoercibles sont sévères et persistants au-delà de 16 SA, responsables d'une perte de poids (supérieure à 5 % du poids initial), avec déshydratation, acidose du fait du jeûne, alcalose par perte d'acide hydrochlorique et hypokaliémie. Cette condition sévère intéresse environ une à trois femmes enceintes pour mille et serait favorisée par l'obésité, la nulliparité et la gémellarité [1] : dans ce cadre il est impératif d'éliminer une origine organique. En cas de déséquilibres sévères et non traités cet état peut provoquer des pathologies polyviscérales et on a pu décrire des évolutions dramatiques vers la mort maternelle ou foetale [16].

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