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Fibrillation atriale - 20/02/13

[2-0230]  - Doi : 10.1016/S1634-6939(13)59279-9 
F. Extramiana  : Maître de conférence des Universités, praticien hospitalier, A. Messali : Praticien hospitalier, J.-P. Labbé : Chef de clinique des Universités, assistant hospitalier, A. Leenhardt : Professeur des Universités, praticien hospitalier
 Unité de rythmologie, Département de cardiologie, Centre hospitalier Bichat-Claude Bernard, Hôpitaux universitaires Paris nord-Val-de-Seine, 46, rue Henri-Huchard, 75018 Paris, France 

Auteur correspondant.

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : AKOS (Traité de Médecine)

Riassunto

La fibrillation atriale (FA) est le trouble du rythme le plus fréquent et touche près de 1 % de la population adulte. La présence d'une FA est associée à un quintuplement du risque d'accident vasculaire cérébral et à un doublement de la mortalité, faisant de sa prise en charge un objectif de santé publique. La prise en charge d'un patient présentant une FA doit comporter obligatoirement une évaluation du risque thromboembolique et une thérapeutique adaptée pour minimiser ce risque. Le trouble du rythme lui-même est pris en charge après avoir choisi une stratégie, soit de contrôle de la fréquence, soit de contrôle du rythme après régularisation ou en prévention des récidives. Les indications du traitement anticoagulant oral, les arguments de choix entre une stratégie de contrôle de la fréquence ou de contrôle du rythme sont intégrés dans les algorithmes décisionnels publiés dans les recommandations et sont rappelés dans cet article. Les indications de l'ablation par cathéters de la FA sont également discutées.

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Mots-clés : Fibrillation atriale, Diagnostic ECG de la fibrillation atriale, Prévention du risque thromboembolique, Contrôle de la fréquence de la fibrillation atriale, Contrôle du rythme, Ablation par cathéters


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