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Préoxygénation en anesthésie - 12/02/16

[36-375-A-50]  - Doi : 10.1016/S0246-0289(15)74602-5 
S. Hubert a, M. Raucoules-Aimé b,
a Département d'anesthésie-réanimation, Centre hospitalier Antibes Juan-Les-Pins, 107, avenue de Nice, 06600 Antibes, France 
b Pôle d'anesthésie-réanimation, Hôpital Archet 2, Centre hospitalier et universitaire de Nice, 151, route de Saint-Antoine-Ginestière, 06202 Nice cedex 3, France 

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Riassunto

La préoxygénation (PO) consiste à faire respirer au patient de l'oxygène à 100 % en volume, soit dans son volume courant et à fréquence normale pendant trois à cinq minutes (chirurgie programmée), soit quatre ou huit fois dans sa capacité vitale en l'espace respectivement de 30 ou 60 secondes (chirurgie d'urgence, induction en séquence rapide). La PO permet d'augmenter les réserves d'oxygène, en particulier dans la capacité résiduelle fonctionnelle (CRF), ainsi que la pression partielle en oxygène et la saturation en oxygène (SaO2) avant l'induction de l'anesthésie. La PO, en augmentant la durée de l'apnée sans désaturation (SaO2>90 %), permet ainsi de prévenir l'hypoxémie qui pourrait survenir durant les tentatives d'intubation et/ou de ventilation difficiles. Chez l'adulte sain, elle garantit une oxygénation suffisante jusqu'à trois à six minutes d'apnée suivant l'induction. La PO doit être une pratique de routine réalisée systématiquement dans toutes les situations à risque d'hypoxémie durant l'induction anesthésique : intubation ou ventilation difficile prévue, estomac plein, diminution de la CRF (grossesse, obésité, ascite), situations où la diminution de la SaO2 est préjudiciable (souffrance fœtale, coronaropathie, hypertension intracrânienne, anémie). Pour maximiser la PO, les patients obèses bénéficient d'une préoxygénation à 100 % en ventilation non invasive et en position proclive.

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Mots-clés : Préoxygénation, Anesthésie, Volume courant, Capacité vitale, Capacité résiduelle fonctionnelle, Obésité, Grossesse, Ventilation non invasive, Position proclive


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