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Automédication - 28/02/18

[1-0100]  - Doi : 10.1016/S1634-6939(18)62035-6 
J.-P. Fournier , L. Brutus
 Département de médecine générale, Faculté de médecine, Université de Nantes, 1, rue Gaston-Veil, 44000 Nantes, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

L'automédication correspond à l'utilisation d'un ou plusieurs médicaments sans l'intervention d'un médecin, ni nécessairement le conseil d'un pharmacien, dans l'objectif de se soigner en autonomie. L'automédication s'est développée dans les années 1970-1980, avant de connaître un essor important sous l'impulsion des industriels du médicament. L'automédication est un phénomène extrêmement fréquent et concerne 50 à 75 % de la population. Les risques théoriques liés à l'automédication sont nombreux, mais le risque réel semble en pratique faible. Moins de 5 % des effets indésirables médicamenteux seraient liés à l'automédication. Les classes de médicaments utilisés en automédication les plus fréquemment responsables d'effets indésirables sont les anti-inflammatoires non stéroïdiens, les antalgiques (dont le paracétamol) et les psycholeptiques. La mise en vente libre en officine des autotests va possiblement modifier les parcours d'autosoin, avec comme possibilité une médicalisation et médicamentation de domaines de la santé jusqu'à présent peu investis par les usagers en autonomie.

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Mots-clés : Autosoin, Autonomie, Effets indésirables, Ventes de médicaments, Parcours de soin


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