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Rieducazione in geriatria - 15/05/09

[26-590-A-10]  - Doi : 10.1016/S1283-078X(09)54574-9 
F. Mourey  : Kinésithérapeute cadre de santé, docteur ès-sciences, Ph D
Centre gériatrique de Champmaillot, Pôle Rééducation fonctionnelle, Centre hospitalier universitaire de Dijon, 2, rue Jules-Violle, 21034 Dijon cedex, France 

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Riassunto

La «fragilità», più che l'età, determina il campo della rieducazione geriatrica. La fragilità spiega la decompensazione dei sistemi implicati negli automatismi posturali e la comparsa della sindrome di disadattamento psicomotorio. Questa sindrome geriatrica è caratterizzata da una turba posturale che ha un impatto particolarmente nefasto sulle capacità funzionali: la retropulsione. La valutazione delle funzioni motorie costituisce una tappa importante della rieducazione geriatrica: si interessa in particolare della funzione dell'equilibrio. Per quel che riguarda la rieducazione, richiede un approccio coerente ed efficace che si basa sulle pratiche interprofessionali. La rieducazione dei soggetti anziani fragili deve inoltre prendere in considerazione le caratteristiche relazionali e quelle che concernono il rapporto con l'ambiente per ottenere dei guadagni reali in termini di qualità della vita. Una parte importante della rieducazione riguarda l'equilibrio e il rialzarsi dal suolo, per ridurre la paura di cadere e per favorire globalmente movimento e spostamento. Le sindromi demenziali, poi, costituiscono un settore essenziale nello sviluppo della rieducazione geriatrica e devono essere oggetto di ricerche complementari. Infine, la riflessione etica deve consentire di «illuminare»la rieducazione dei soggetti anziani vulnerabili, di evitare le derive sia in termini di iperstimolazione sia, al contrario, in termini di fatalismo.

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Parole chiave : Rieducazione geriatrica, Fragilità, Equilibrio, Sindromi demenziali, Interprofessionalità


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