Acufeni: meccanismi e approccio clinico - 01/01/01
Laboratoire d'audiologie expérimentale et clinique, service d'oto-rhino-laryngologie, centre hospitalier universitaire de Bordeaux et Université Victor Segalen Bordeaux II, hôpital Pellegrin, 33076 Bordeaux cedex France
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Riassunto |
Gli acufeni sono spesso considerati, a ragione, come una vera e propria sfida terapeutica al mondo medico e scientifico, a causa della loro estrema frequenza e della loro capacità di sconvolgere la vita di molti soggetti per un periodo di tempo più o meno lungo. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi, che aprono prospettive ragionevolmente ottimistiche per il futuro.
Il primo passo per comprendere gli acufeni è fornirne una definizione quanto più possibile precisa. In sintesi, consiste nella percezione di un suono non prodotto da una vibrazione nel mondo esterno che non viene percepito da chi è vicino al paziente. Ci soffermeremo brevemente sulle varie componenti di questa definizione.
L'acufene è una percezione sonora, ossia un fenomeno psicosensoriale sperimentato a livello della corteccia uditiva. Questo primo concetto, troppo spesso trascurato, ha il merito di ricordarci che ogni acufene è analizzato, interpretato, «trattato», a livello del sistema nervoso centrale, indipendentemente dal meccanismo che lo ha originato.
Questa percezione non è prodotta da una vibrazione del mondo esterno: se all'inizio molti pazienti ricercano, con curiosità o inquietudine, la fonte di questo rumore nel loro ambiente abituale, dopo alcuni giorni o settimane essi comprendono, o finiscono per ammettere, che questo rumore in effetti nasce nella loro testa o nelle loro orecchie. In questa fase molto precoce, alcuni soggetti, perplessi o allarmati da questa nuova esperienza uditiva, si rivolgono a un medico ed è importante non commettere errori nel rispondere alle loro domande [30] .
L'inaudibilità di questa percezione da parte dell'ambiente che circonda il paziente presenta per il medico un duplice interesse. Da una parte, saranno esclusi della nostra discussione gli acufeni a volte qualificati, a torto, come obiettivi, sia che si tratti di acufeni di origine vascolare udibili con lo stetoscopio o di contrazioni cloniche di muscoli che intervengono nel funzionamento dell'orecchio medio: queste patologie, anch'esse potenzialmente invalidanti, colpiscono un numero ristretto di pazienti e il loro approccio medico è completamente diverso. In secondo luogo, la mancata percezione sonora da parte di chi sta vicino al paziente rappresenta spesso per lui una fonte di grande frustrazione; il paziente vive con disagio l'impossibilità di far sentire agli altri il suono che lo disturba, può avere l'impressione di non essere preso sul serio dai suoi familiari e può ritenere che nessuno sia in grado di comprendere quello che sta passando.
È noto da tempo che gli acufeni non rappresentano di per sé una malattia, ma costituiscono un sintomo che può essere ascritto a molteplici cause [16 , 49 , 71] . Ogni acufene segnala una disfunzione del sistema uditivo, con uno scompenso che si può localizzare a qualsiasi livello dell'apparato uditivo. Nonostante questa estrema varietà di cause potenziali, gli studi clinici destinati alla valutazione degli effetti dei vari trattamenti continuano a raggruppare sotto la denominazione di acufeni categorie di pazienti certamente molto diverse le une dalle altre. Questo paradosso è dovuto probabilmente alla difficoltà di adottare una modalità di classificazione comune, condivisa dall'insieme dei clinici, come è accaduto nel campo della cefalea. Risulta evidente l'utilità di una simile classificazione, tanto che sono stati proposti diversi sistemi [6 , 7 , 12 , 36] , soprattutto a partire dalla sordità, che risulta spesso associata al fenomeno. Tuttavia nessuna delle ipotesi ad oggi formulate ha ottenuto un consenso tale da permetterne la generalizzazione, frenando certamente il progresso delle nostre conoscenze
Parole chiave : acufeni, neurinoma, vertigini, ipoacusia
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