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Neglect spaziale unilaterale - 01/01/01

[17-035-Q-11]
Michel Barat : Professeur des Universités, chef de service
Service de médecine physique et réadaptation, centre hospitalier universitaire Pellegrin, place Amélie Raba-Léon, 33076 Bordeaux  France
Philippe Azouvi : Professeur des Universités
Service de médecine physique et réadaptation, hôpital Raymond Poincaré, 92380 Garches  France
Laurent Wiart : Ancien chef de clinique-assistant des hôpitaux, chef de service
Département de rééducation neurologique, centre de la Tour-de-Gassies, 33523 Bruges  France

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Neurologia

Riassunto

Il neglect spaziale unilaterale descritto da tempo è oggetto di grande interesse da una ventina d'anni. Se le manifestazioni più caratteristiche si riscontrano più spesso nelle lesioni vascolari della corteccia parietale destra, il neglect può manifestarsi nel corso di lesioni frontali, o sottocorticali, e in modo più discreto nel corso di lesioni emisferiche sinistre. Il recupero è spontaneo nel 60% dei casi entro 3 mesi, ma spesso incompleto. Nel caso in cui il recupero non sia spontaneo, il neglect è un fattore di prognosi funzionale negativa.

Gli aspetti fisiopatologici del neglect spaziale unilaterale fanno ricorso a tre tipi di teorie, non ancora completamente unificate: teorie attenzionali, intenzionali, rappresentazionali, ma che forniscono un supporto indispensabile a ogni ricerca sul soggetto, che dovrebbero beneficiare degli apporti delle neuroimmagini funzionali.

La valutazione clinica qualitativa e quantitativa ha un ruolo importante. Bisogna distinguere i test clinici tradizionali, utili nella pratica quotidiana (denominazioni, sbarramenti, disegni, lettura, scrittura...) dai test computerizzati o con proiezione di immagini luminose, riservati agli studi. Gli Autori insistono sempre più sulla valutazione di comportamenti di neglect nella vita quotidiana (scala Catherine Bergego) e sulle loro conseguenze funzionali. La standardizzazione di questi test è in corso: batteria del gruppo di studio di rieducazione e di valutazione del neglect (Geren). Dovrebbe permettere di unificare gli strumenti di misura, di definirne l'indicazione e di poter meglio confrontare i diversi lavori.

La cura rieducativa, completamente stravolta dai lavori di Diller negli anni 1970-1980, viene riproposta da molti lavori recenti. Si deve distinguere la rieducazione tradizionale, ormai ben codificata, dalle molte tecniche innovative alle quali può essere associata, e che fanno ricorso a stimoli cerebrali primari (attenzionali, sensoriali, motori), secondari (strategie esplorative, presa di coscienza, analisi) o misti (dispositivi di rieducazione, tipo Diller o Bon Saint Come). Sono in corso alcuni studi multicentrici atti a precisare l'efficacia e le indicazioni di queste nuove strategie rieducative.



Parole chiave : neglect, test neuropscicologici, inabilitazione, lesioni parietali destre

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