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Tumori rachidei e intrarachidei - 01/01/02

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Xavier Morandi : Maître de conférences des Universités, neurochirurgien des Hôpitaux
Laurent Riffaud : Chef de clinique-assistant
Claire Haegelen : Interne des Hôpitaux
Gilles Brassier : Professeur des Universités, neurochirurgien des Hôpitaux. Clinique neurochirurgicale
Emmanuel Chabert : Chef de clinique-assistant, fédération d'imagerie médicale.
CHU Pontchaillou, 1, rue Henri-Le-Guillou, 35033 Rennes cedex France

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Riassunto

I pazienti con tumore rachideo o intrarachideo presentano abitualmente dolore rachideo, deficit motorio e/o sensitivo, ad esordio progressivo o subacuto, associati talvolta a turbe della funzionalità dello sfintere vescicale. Le lesioni possono interessare il rachide, gli spazi epidurale ed intradurale, o essere strettamente intramidollari.

La risonanza magnetica è l'esame d'elezione per studiare l'anatomia del rachide e del suo contenuto. Consente infatti lo studio preciso del livello della lesione e l'analisi morfologica del processo tumorale. Tuttavia, la TC è ancora necessaria per studiare al meglio i tumori con una componente ossea.

I tumori del rachide e quelli a sviluppo epidurale sono, il più delle volte, maligni. Sin dal primo approccio con questi pazienti, è necessario definire nel migliore dei modi la strategia terapeutica, tenendo conto delle caratteristiche della lesione e della valutazione della prognosi funzionale e quoad vitam. In genere, lo scopo del trattamento è quello di migliorare la qualità di vita di questi pazienti.

I meningiomi e gli schwannomi sono i tumori intradurali extramidollari più frequenti. Sono abitualmente benigni e a crescita lenta. Nella maggior parte dei casi è possibile effettuare la loro exeresi completa.

Infine, gli astrocitomi e gli ependinomi sono i tumori intramidollari più frequenti. Si deve cercare, per quanto possibile, di effettuare una exeresi completa.



Parole chiave : tumore, rachide, intradurale, intramidollare

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