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Traumi del midollo spinale - 01/01/01

[17-685-A-10]
Nozar Aghakhani : Chef de clinique-assistant, service de neurochirurgie
Bernard Vigué : Praticien hospitalier, département d'anesthésie-réanimation
Marc Tadié : Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service, laboratoire de neurochirurgie expérimentale
Hôpital de Bicêtre, 78, rue du Général-Leclerc, 94275 Le Kremlin-Bicêtre cedex France

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Neurologia

Riassunto

La prognosi dei traumi della colonna vertebrale con lesione midollare è pessima. Anche se i progressi della rianimazione, del nursing e della riabilitazione funzionale hanno permesso di ridurre l'incidenza della mortalità, i postumi neurologici rimangono drammatici. Per cercare di limitarli, sono stati avviati dei protocolli di ricerca di base ed è stata elaborata una strategia clinica. Sul piano clinico, quest'ultima si basa sull'intervento precoce e la gestione coordinata dei pazienti. Per non rischiare di peggiorare le lesioni, l'équipe di soccorso che si rende sul luogo dell'incidente deve, dopo attenta valutazione del grado delle lesioni, formulare una diagnosi e intraprendere prontamente la rianimazione per garantire la buona ossigenazione midollare. Il ferito deve essere in seguito trasferito il più rapidamente possibile in un centro attrezzato, dove verranno effettuati gli esami radiologici e dove si interverrà chirurgicamente. Per decomprimere il midollo compresso, ricalibrare e stabilizzare il canale vertebrale, l'intervento chirurgico deve essere il più precoce possibile, al massimo entro le 8 ore successive all'incidente. In seguito, il rapido trasferimento in riabilitazione funzionale è una delle condizioni essenziali per il recupero. Sono stati studiati diversi trattamenti neuroprotettori associati alla rianimazione e alla chirurgia precoce. Parallelamente a questa gestione clinica, la ricerca di base si è orientata su vari fronti: prevenzione dell'estensione secondaria della lesione attraverso i neuroprotettori, limitazione della cicatrice gliale con gli inibitori del colesterolo o la radioterapia, stimolazione della ricrescita assonale attraverso nuovi vettori terapeutici, compresa la terapia genica. Questa nuova strategia clinica ha permesso di ridurre l'incidenza dell'handicap neurologico nell'ultimo campione di feriti studiato, e i progressi della ricerca lasciano sperare nelle applicazioni cliniche.



Parole chiave : livello lesionale, paraplegia, shock spinale, neuroprotettore, decompressione midollare

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