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Potenziali evocati in neurologia: risposte normali - 19/10/07

[17-031-B-10]  - Doi : 10.1016/S1634-7072(07)50517-9 
F. Mauguière a,  : Professeur de neurologie, C. Fischer b : Neurologue des Hôpitaux
a Service de neurologie fonctionnelle et d'épileptologie, hôpital neurologique, 59, boulevard Pinel, 69003 Lyon, France 
b Faculté de médecine Lyon-Nord, université Claude Bernard Lyon I, 69000 Lyon, France 

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Riassunto

I potenziali evocati meritano ancora oggi che sia loro dedicato un capitolo in un'enciclopedia medica di neurologia. La questione in se stessa merita certamente di essere posta a proposito delle loro indicazioni diagnostiche, per il semplice fatto che la risonanza magnetica fornisce immagini lesionali sempre più precise. Di fronte a queste il neurologo si pone tuttavia quotidianamente la questione delle loro ripercussioni funzionali e il chirurgo quella delle conseguenze eventuali del suo intervento. Paradossalmente, le tecniche elettrofisiologiche, e i potenziali evocati in particolare, conoscono un ritorno di interesse presso i ricercatori in neuroscienze, poiché aggiungono una dimensione temporale, con una risoluzione dell'ordine del millisecondo (ms), alle immagini funzionali di attivazione prodotte dalla risonanza magnetica. L'esplosione delle scienze cognitive deve molto allo sviluppo dei potenziali evocati endogeni, anche se le applicazioni diagnostiche restano poco numerose. I potenziali evocati sono peraltro uno strumento di monitoraggio indispensabile per testare la funzionalità delle vie sensitive e motorie e la reattività corticale in tutte le situazioni in cui l'esame obiettivo clinico è inutile, che si tratti di una anestesia in corso di intervento chirurgico o di alterazioni della coscienza. Allo stesso modo, i potenziali evocati restano utili per confermare l'organicità di un sintomo sensitivo soggettivo o di un disturbo motorio la cui organicità è dubbia. La modellizzazione delle sorgenti a partire dalla distribuzione in superficie dei campi di potenziale e la possibilità di proiettare la sede di queste sorgenti sulle immagini RM rende obsoleta la contrapposizione tra la risoluzione spaziale delle immagini anatomiche e la precisione temporale dei segnali elettrofisiologici. Tecniche come la magnetoencefalografia, che in ragione del costo sono state confinate per molto tempo al campo della ricerca, hanno contribuito molto alla fusione delle rappresentazioni anatomiche e funzionali. Tra le risposte ottenute in soggetti sani nelle molteplici condizioni di stimolazione e di registrazione riportate negli articoli e nei testi di fisiologia, di neuroscienze e di scienze cognitive, abbiamo scelto di descrivere in questo capitolo quelle che sono utilizzate a titolo diagnostico in clinica neurologica.

Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.

Parole chiave : Potenziale evocato somestesico, Potenziale evocato uditivo, Potenziale evocato visivo, Potenziale evocato motorio, Potenziale evocato cognitivo, Potenziale evocato nocicettivo


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