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Pressione arteriosa e cervello - 16/02/12

[17-045-A-70]  - Doi : 10.1016/S1634-7072(12)60701-6 
Y. Béjot a , M. Giroud a, E. Touzé b
a Registre dijonnais des accidents vasculaires cérébraux, Service de neurologie, EA 4184, Faculté de médecine, Université de Dijon, 3, rue du Faubourg-Raines, BP 87900, 21079 Dijon cedex, France 
b Service de neurologie, Centre hospitalier Sainte-Anne, UMR 894, Université Paris Descartes, 1, rue Cabanis, 75674 Paris cedex 14, France 

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Riassunto

Il cervello è uno dei bersagli privilegiati dell'ipertensione arteriosa. I valori soglia della pressione arteriosa fissati per definire l'ipertensione corrispondono a un livello di rischio considerato elevato sulla scala di una popolazione. Un innalzamento brutale e importante della pressione arteriosa espone al rischio di encefalopatia ipertensiva acuta, caratterizzata da un quadro clinicoradiologico specifico. D'altra parte, numerosi studi dimostrano che livelli elevati cronici di pressione arteriosa sono associati a un rischio aumentato di accidente vascolare cerebrale, di disturbi cognitivi e di demenza vascolare o di tipo Alzheimer, che costituiscono degli importanti problemi di salute pubblica attuali e futuri. Dati emergenti suggeriscono che non soltanto il livello medio della pressione arteriosa, ma anche alcune caratteristiche quali la variabilità o, ancora, l'instabilità pressoria influenzerebbero la comparsa di complicanze cerebrovascolari. Infine, esistono delle prove scientifiche dell'interesse di diminuire la pressione arteriosa per ridurre il rischio di accidente vascolare cerebrale e di demenza, che sottolineano la necessità di uno screening e di una gestione terapeutica adeguata del paziente iperteso.

Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.

Parole chiave : Pressione arteriosa, Ipertensione arteriosa, Accidente vascolare cerebrale, Infarto cerebrale, Emorragia cerebrale, Demenza, Disturbi cognitivi, Malattia di Alzheimer, Demenza vascolare


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