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Depressione e malattia di Parkinson - 02/01/13

[17-062-A-13]  - Doi : 10.1016/S1634-7072(12)63928-2 
U. Spampinato a, b  : Professeur des Universités, praticien attaché, F. Tison a : Professeur de neurologie, chef de service
a Département de neurologie, Hôpital du Haut-Lévêque, CHU de Bordeaux, avenue Magellan, 33604 Pessac, France 
b Université Victor-Segalen Bordeaux 2, INSERM U862, 146, rue Léo-Saignât, F-33000 Bordeaux cedex, France 

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Neurologia

Riassunto

La depressione rappresenta uno dei principali disturbi non motori della malattia di Parkinson. Essa colpisce circa il 40% dei parkinsoniani e partecipa alla disabilità e all'alterazione della qualità di vita. La depressione è preponderante ai due estremi della malattia: all'inizio, a volte precedendo i sintomi motori, e allo stadio del declino e delle fluttuazioni motorie. La diagnosi di depressione rimane clinica e si basa sui criteri del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4a edizione (DSM IV). Si tratta di un processo delicato, data l'esistenza di una certa sovrapposizione semeiologica tra sindrome parkinsoniana, depressione e apatia; quest'ultima è spesso osservata nei parkinsoniani sia in associazione con la depressione che in quanto sindrome a sé. Depressione, apatia e rischio di suicidio aumentato fanno parte delle complicanze psichiatriche osservate nei parkinsoniani trattati con stimolazione bilaterale ad alta frequenza del nucleo subtalamico. Sul piano fisiopatologico, sono in causa dei fattori psicologici e organici. Nuove ipotesi privilegiano l'implicazione preferenziale di un malfunzionamento dei sistemi noradrenergico e dopaminergico centrali all'interno della rete limbica, relativamente a quella del sistema serotoninergico. Sul piano terapeutico, nel corso dell'ultimo decennio, un numero crescente di studi ha rilevato il potenziale terapeutico antidepressivo degli agonisti dopaminergici, e l'ottimizzazione del trattamento dopaminergico si è, così, rivelata una tappa importante e necessaria prima della prescrizione degli antidepressivi tradizionali. Tuttavia, la scelta dei diversi antidepressivi disponibili resta attualmente empirica e, negli anni a venire, la realizzazione di nuovi studi controllati in doppio cieco, poco numerosi, a tutt'oggi, diviene necessaria per definire una condotta da tenere nel trattamento dei disturbi depressivi nella malattia di Parkinson. In conclusione, la depressione nella malattia di Parkinson è frequente e di origine multifattoriale, richiedendo, nei casi più complessi, una collaborazione stretta tra neurologi, psichiatri e psicologi.

Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.

Parole chiave : Malattia di Parkinson, Depressione, Apatia, Prevalenza, Scale, Semeiotica, Fisiopatologia, Dopamina, Serotonina, Noradrenalina, Trattamento antidepressivo


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