L'astragalo si comporta come un fulcro che consente i movimenti articolari mediotarsali. Grazie alla sua forma particolare, è quasi completamente intrarticolare, con poche inserzioni capsulari e legamentose che garantiscono un basso apporto vascolare. L'ischemia primitiva o secondaria è una frequente complicanza delle lesioni talari. Dal punto di vista biomeccanico, l'astragalo svolge un ruolo importante nella statica e nella dinamica del retropiede.

In base alle recenti classificazioni, le fratture astragaliche sono suddivise in due gruppi principali: totali e parziali.

Le fratture totali interessano il corpo, il collo o la testa dell'astragalo. In presenza di scomposizione maggiore dei frammenti, sono indicate la riduzione e la fissazione chirurgica. Per trattare le lesioni del corpo e del collo dell'astragalo si possono utilizzare tre approcci chirurgici: anteromediale, posterolaterale e transmalleolare. Per una frattura sagittale, l'approccio dovrebbe essere posteromediale o transmalleolare. Le fratture da schiacciamento dovrebbero essere trattate mediante artrodesi tibioastragalica primaria o di Chopart.

Le fratture parziali possono interessare qualunque parte dell'osso: il domo, la testa, il processo posterolaterale o il processo subtalare posteriore. Talvolta è difficile formulare una diagnosi basandosi sulla radiografia convenzionale. L'escissione rappresenta il trattamento di elezione. Se il frammento è ampio, si raccomandano la riduzione e la stabilizzazione mediante fissazione interna. Gli approcci piò efficaci sono quelli attraverso il legamento laterale e l'approccio posterolaterale. L'artrodesi sottoastragalica è indicata nelle fratture sottoastragaliche. Per le fratture della testa e del domo astragalico è indicato un approccio mediale. L'approccio transmalleolare è utile anche per la frattura del domo astragalico.